Domande Frequenti F.A.Q.

Quali sono i vantaggi delle resine?

I principali vantaggi delle resine, che le contraddistinguono nel campo dell’edilizia sono i seguenti:

  • capacità di consolidarsi e catalizzarsi in opera;
  • conformano alle più svariate forme geometricamente complesse;
  • non sono preformate;
  • superfici prive di elementi di raccordo o di giunzione;
  • capacità di tenuta impermeabile ed elastica;
  • capacità di aderire a molti sottofondi (es. sottofondi cementizi, ceramici, legno, vetro, PVC…);
  • alta resistenza a bassi spessori.

Dove si utilizzano le resine?

Le resine nel campo edile possono essere usate sia in ambito civile che industrialeLa resina nell’ambito civile viene usata come pavimentazione continua e decorativa, e con essa ci sono una grande varietà di effetti e textures, colori e finiture. Mentre, per quanto riguarda la resina industriale viene usata per la realizzazione di pavimenti industriali, per ottenere un superficie anti-polvere facilmente pulibile, anti-olio, anti-macchia e soprattutto anti-acido.

Esse possono essere anche utilizzate negli edifici pubblici (scuole o ospedali ), per ottenere pavimenti a basso spessore e che siano continue e senza giunti, in modo tale da poter rispettare le esigenze di igiene e pulizia. Invece, nell’ambito ospedaliero e nelle aziende che trattano materiale esplosivo vengono spesso richieste pavimentazioni con caratteristiche antistatiche in modo da evitare qualsiasi tipo di scintilla o carica elettrostatica.

Quanto dura il tempo di posa di un materiale in resina?

Il tempo di posa della resina, una volta messa in opera, ha tempi di catalisi piuttosto ridotti. La pedonabilità solitamente la si raggiunge già dopo 24 ore, mentre per poter mettere macchinari, vasi, ecc. mentre per avere una catalisi completa la si ha dopo circa 3 – 7 giorni a seconda dei cicli e materiali usati.

Esistono anche resine a reazione veloce, quali le polimetilmetacrilate (PMM, che è una materia plastica formata da polimeri del metacrilato di metile), che si catalizza in circa 30 minuti e sono pedonabili già dopo circa 2 ore. Tali resine, che sono resistenti ai raggi UV ed elastiche, si utilizzano moltissimo negli esterni, ovvero dove le condizioni climatiche ed atmosferiche possono cambiare repentinamente nell’arco della stessa giornata, proprio perché in base alle loro caratteristiche di velocità di asciugatura, hanno la possibilità di essere “fuori acqua” ed in sicurezza già dopo poche decine di minuti, in modo da non inficiare i lavori appena eseguiti.

Le resine possono essere messe in opera col “fai da te”?

No, perché è molto rischioso mettere in opera col “fai da te” qualsiasi sistema di resina, non per un la materia in se perché non è pericolosa di per sé, ma potrebbe comunque causare dei problemi se maneggiato incautamente da gente inesperta.

In effetti le condizioni di controllo che si devono effettuare sono tante, ovvero:

– controllo variabili atmosferiche, temperatura e di umidità;

– valutazione delle temperature dei sottofondi e atmosfera;

– verifica delle variabili di densità;

– controllo del rapporto di miscelatura;

– valutazione e trattamento dei fondi, delle loro umidità, coesioni, pulizie, impregnazioni, ecc.

Per cui si può dedurre che la condizione necessaria perché le pavimentazioni in resina funzionino e vengano messe in opera, deve essere fatto da un personale preparato, qualificato e con la giusta esperienza.

Quali sono le fasi lavorative per un pavimento in resina?

Per tutte le tipologie di resina, ci sono sempre solitamente dalle 3 alle 5 fasi applicative:

  1. Fase di preparazione della superficie tramite fresatura, levigatura, molatura o carteggiatura;
  2. Fase di applicazione di primers che servono a preparare il fondo e ad “agganciare” gli altri strati di resina al fondo;
  3. Fase centrale che è quella fase che consiste nell’applicare gli strati di resina vera e propria e, nel caso delle impermeabilizzazioni, di armatura degli strati impermeabili centrali tramite l’impregnazione di appositi tessuti non tessuti in poliestere;
  4. Fase di stesura degli strati di usura o auto-livellanti;
  5. Applicazione degli strati finali con resine colorate o trasparenti, con i colori e le finiture più o meno lisce, antiscivolo o antiacido scelte dai committenti.

Come si applicano le resine?

Esistono tre tipi di tecniche per applicare la resina, ovvero:

– Tecnica a rullo;

– Tecnica a spatola ;

– Tecnica a spruzzo.

Le resine liquide vengono applicate a rullo sulle piccole e medie superfici e, in alcuni casi, a spruzzo sulle superfici più grandi. Per le resine addittivate con speciali inerti, per gli auto-livellanti e per i massetti in resina si utilizzano spatole lisce o dentate o con spessimetri che determinano le quantità e spessori occorrenti. Una attenzione particolare viene fatta per l’applicazione degli strati finali, siano essi colorati che trasparenti, in quanto vengono posati con particolari rulli di alta qualità che non spellano e mantengono le caratteristiche del rullo durante tutta la stesura.

Le resine posso essere “impermeabili” ?

Si, con dei particolari tipi di resina, si possono fare delle impermeabilizzazioni di balconi, tetti, coperture, parcheggi, rampe, cisterne e vasche…Queste resine hanno solitamente, a seconda degli usi e anche delle sue applicazioni, hanno una natura che può essere acrilica, poliuratanica, poliestere oppure in polimetilmetacrilato (PMMA).

Per esempio, le resine in PMMA hanno la caratteristica di avere una catalisi molto veloce (circa 20 – 30 minuti ) e sviluppano una reazione esotermica. Queste caratteristiche permettono a questi tipi di resina di poter essere posate anche a basse temperature (fino a – 5° Ce anche in condizioni meteorologiche incerte, grazie alla sua veloce asciugatura permette loro di essere “fuori acqua” in tempi brevissimi (qualche minuto) e di poter essere posate anche con umidità relative fino al 90%. Naturalmente le resine per impermeabilizzazione fanno parte di sistemi che prevedono diversi passaggi, ognuno dei quali fondamentali per ottenere un rivestimento in adesione, resistente, flessibile e capace di contenere le dilatazioni che subiscono le strutture per i delta termici.

Che vantaggi hanno le resine nel campo dell'impermeabilizzazione?

Le resine, a differenza di molti altri sistemi di impermeabilizzazione, hanno la caratteristiche di essere:

– continue;

– senza giunture;

– di essere in completa adesione sulle superfici;

– senza giunture;

– di rimanere flessibili anche alle basse temperature, “formazione” sul cantiere e quindi di seguire più facilmente situazioni con configurazioni geometricamente complesse.

La caratteristica di andare in completa adesione sui sottofondi, permette di impedire ad una malaugurata futura perdita di acqua di poter correre sotto il manto impermeabile e quindi di avere sempre una facile individuazione (entro pochi mq) del punto di infiltrazione rispetto all’evidenziarsi delle macchie sottostanti. Altra caratteristica delle resine è quella di essere continue e quindi di non dover seguire la pendenza del tetto durante la posa, in quanto poi il manto resta senza giunture. Tale caratteristica permette a molte resine (non tutte, ma quelle più di qualità si) di poter essere posate anche a pendenza 0%. Ultima caratteristica delle resine rispetto alle altre soluzioni impermeabili è che le loro finiture possibili, sono molto estetiche e belle, colorate o trasparenti, possono essere pedonabili ed anche carrabili, i progettisti possono poi sbizzarrirsi come vogliono con forme, colori e disegni vari sulle superfici tecniche.

Si possono mantenere i sottofondi esistenti durante le destrutturazioni?

Le resine, la maggior parte delle volte vengo scelte perché permettono di mantenere le superfici esistenti e di modificare esteticamente e tecnicamente, senza ulteriori costi aggiuntivi per la rimozione o lo smantellamento.

Ovviamente, tutto ciò è possibile se rispetta determinati parametri, ovvero:

– disporre di un pavimento esistente che sia coeso (resistenza a trazione circa 1,5 N/mmq.);

– avere un pavimento stabile, pulito ed asciutto (umidità massima del 5%).

Nel caso in cui non si rispettano questi parametri, si dovrà andare a smantellare i diversi strati, parzialmente o totalmente, fino a che la superficie del pavimento sia idonea e rispetti i parametri appena elencati.

La resina può essere applicata su un supporto umido?

La resina può essere applicata su un supporto umido, ma deve rientrare nei paramenti stabili, ovvero entro 5%. Nel caso in cui questi parametri non vengo rispettati e non si riesce a far scendere l’umidità, bisogna scegliere cicli resinosi idonei alla presenza di umidità. Per ovviare a questo problema, esistono dei primer speciali che possono essere posati anche su superfici molto umide, quasi bagnate.

Una fase molto importante è quella della valutazione dell’umidità di risalita ed essa deve essere fatta in maniera accurata per evitare eventuali bolle, distacchi della resina e rigonfiamenti. Oltre la valutazione dell’umidità è altrettanto importante monitorare l’umidità ambientale durante la fase di posa fino a che non avviene la catalisi del materiale resinoso e a quel punto l’umidità e l’acqua non saranno più un problema.

Quanto tempo è necessario per realizzare un pavimento in resina?

Il tempo necessario per la realizzazione di un pavimento in resina, dipende da quanti cicli si applicano, dalle dimensioni dell’opera e dagli strati necessari per la realizzazione dei cicli certificabili. Mediamente il tempo impiegato per effettuare questo lavoro sono molto veloce, ovvero dai 2 ai 5 giorni per impermeabilizzare e fare una pavimentazione delle terrazze, sempre a seconda delle dimensioni. Ma nel caso in cui a l’esigenza che i lavori siamo più veloci, esistono anche cicli ad asciugatura veloce che permettono, su superfici non troppo grandi, di finire il lavoro nella stessa giornata.

Un pavimento in resina si può macchiare?

I pavimenti in resina sono idrofobi se non impermeabili, non assorbono nessuna macchia, anche se si possono macchiare in superficie. Per ovviare a questo problema, basta prendere dell’acqua tiepida e la macchia se ne va. Mentre nel caso in cui il problema persiste, con l’aggiunta di un po’ di detergente neutro accompagnato a un pò di acqua tiepida, i problema se ne andrà via insieme alla macchia.

Quanto dura un pavimento in resina?

I pavimenti in resina, hanno la caratteristica che la resina rimane in alternata nel tempo. Ovviamente a dei limiti, ovvero a contatto di sostanze chimiche, abrasioni o diverse azioni meccaniche possono provocare un leggero deterioramento del pavimento, in maniera particolare sugli strati di finitura. Nel caso avviene un deterioramento sugli strati di di finitura, si possono perdere le caratteristiche estetiche, ma difficilmente quelle funzionali di resistenza o impermeabilità.

Ma esistono delle azioni/ tecniche di “prevenzione” che si possono applicare agli strati finali in modo da ovviare a deterioramento degli strati finali e uno di questi è quello di stendere una nuova mano di protettivo trasparente e il pavimento tornerà al suo splendere.

I pavimenti in resina sono antiscivolo?

I pavimenti in resina posso essere antiscivolo e questo dipende dai cicli renosi che si applicano. Esistono diversi tipi renosi, alcuni sono già antiscivolo mentre altri sono lisci (più facili da pulire). Inoltre si può scegliere il grado di antisdrucciolo di un pavimento che si desidera, mettendo tra un uno strato e l’altro (finale), di quarzi di diverse granulometrie per indurre la finitura. Nel caso si avesse l’esigenza che il pavimento molto antiscivolo, lo si può fare aggiungendo degli appositi additivi trasparente nelle resine trasparenti per aumentare il grado di antiscivolosità, fino a che di ottiene l’effetto desiderato. Solitamente si preferisce un pavimento con un grado molto alto di antiscivolosità, in ambienti esterni o per ambienti sempre umidi o bagnati (cucine industriali).

Muletti o camion possono danneggiare un pavimento in resina?

Muletti o camion non possono danneggiare un pavimento in resina se è stato progettato ad essere molto resentente, grazie anche agli strati finali. Solitamente le resine sono più resistente rispetto ai pavimenti in calcestruzzo, per cui, se la parte strutturale del pavimento in calcestruzzo è resistente alla carrabilità o alla carrellabilità e ha le giuste caratteristiche di compressione, si può realizzare un ciclo resinoso che abbia queste caratteristiche.

Si può realizzare una sistemazione di una pavimentazione senza interrompere le attività della mia fabbrica?

La realizzazione di un sistema di pavimentazione, può avere luogo anche senza interrompere tutto l’impianto di produzione di una attività, grazie a particolari cicli in PMMA (polimetilmetacrilato) che hanno la caratteristica di asciugatura molto veloce e permettono anche la sovrapposizione dei vari strati uno di seguito all’altro.

Posso risanare e impermeabilizzare un tetto di un capannone senza smontare lucernai e interrompere le attività lavorative?

Si possono risanare e impermeabilizzare il tetto di capannone, senza smontare o togliere niente, grazie all’aiuto di particolari resine dei cicli impermeabili garantiti in PMMA. Nella maggior parte dei casi si possono impermeabilizzare coperture industriali o civili senza lo smantellamento delle impermeabilizzazioni esistenti e dei lucernari e sovra opere esistenti, e quindi senza dover interrompere le attività lavorative degli ambienti sottostanti.

La possibilità di usare resine a freddo e a reazione di catalisi, permette di poter intervenire su coperture complesse e magari coibentate, senza generare pericolosi incendi ed in completa sicurezza, sia per gli operai che per le persone che lavorano nelle aziende.